La ‘Nduja è un particolare insaccato, molto piccante, tipico del paese di Spilinga, che venne introdotto in Italia durante la dominazione napoleonica, dal vicerè di Napoli Gioacchino Murat.
In passato, la ‘nduja nasce come piatto povero, caratterizzato dagli scarti delle carni del maiale, seguendo il principio: “del maiale non si butta niente”. Oggi la ‘nduja si ottiene unendo le parti meno grasse del maiale con il peperoncino, rigorosamente calabrese, precedentemente essiccato e macinato; una volta creato, l’impasto viene insaccato nelle budella del maiale, che in seguito vengono lasciate affumicare.
Dopo circa un mesetto, la nduja si potrà assaporare in diversi modi: spalmata sul pane bruschettato, come condimento per la pasta, per insaporire un uovo al tegamino; può essere usata per guarnire la pizza, si può consumare su fette di formaggio oppure in deliziose frittate.
La ‘nduja è dunque, l’ingrediente ideale che può rendere i tuoi piatti saporiti e sfiziosi.
Come ogni prodotto che si rispetti, anche la ‘nduja viene pienamente festeggiata nel paese che ne detiene il primato per la qualità, Spilinga.
L’8 Agosto di ogni anno, il paese organizza la famosissima “Sagra della ‘nduja”. In quest’occasione, l’insaccato diventa il protagonista indiscusso; lo si può gustare in tutti i modi, in appositi stand, in cui tutti i cittadini si impegnano a far apprezzare al meglio le loro tradizioni. Il tutto deliziato da canti e balli popolari, giochi pirotecnici, tra cui il famoso “camejuzzu i focu”: si tratta di un uomo che si carica sulle spalle un cammello di canne ed inizia a ballare freneticamente, al suono di allegre tarantelle ed al battito di mani dei presenti.